La musica illuminata e la cultura di pace per il nuovo millennio – Andrea Ceccomori

8 Lug 2022 - Musica

La musica illuminata e la cultura di pace per il nuovo millennio – Andrea Ceccomori

Il primo compito della musica illuminata è quello di rendere perfetta la mente ed il mondo di cui ne è espressione, come si rende perfetto uno specchio d’acqua in una superficie di un lago, senza alterazioni da sollecitazioni esterne. Così la mente dovrebbe contenere le sue infinite potenzialità grazie ad una presa di coscienza di quel punto adimensionale nella coscienza che traccia in un foglio bianco i propri tratti. Il foglio è la mente, la musica è la matita, la coscienza è la mano che guida la matita. Nella musica sono contenute le forze in necessario e imprescindibile equilibrio, affinché la musica sia musica e non mero rumore.
Le forze in equilibrio della musica tendono le cose che esse rappresentano ed evocano orientandole verso lo stesso equilibrio insito nella sua natura.
La forza endemica della musica armonizza le cose che essa evoca perché le fa partecipi della sua stessa natura: equilibrio, forma, struttura. Il potere della musica è l’evocazione, il chiamare col proprio nome gli oggetti, le cose, le persone, gli animali ogni cosa creata possiede il nome che solo la musica conosce. Essa attribuisce un nome ed un numero ad ogni cosa per permetterne l’esistenza. Esattamente come nella Genesi Dio di disse ad Adamo di dare un nome a tutte le cose. Grazie al potere coesivo della coscienza, emanazione dell’immanifesto, viene concesso alla musica il potere rappresentativo e coesivo del mondo che conosciamo, del mondo visibile ed invisibile: per questo motivo è importante che il musicista abbia confidenza con questo potere, senza paura di sondare i recessi dell’anima, perché assolutamente naturali e connaturati alla sua stessa natura, semplice essenziale, limpida, leggera.
La musica permette l’evoluzione del mondo in un processo ascensionale a spirale verso il proprio centro ma necessita della partecipazione della coscienza, della presa di coscienza di essere la causa incausata, anche se essa non si disvela ai propri occhi, essa c’è al di la di ogni considerazione, è l’io sono della fase 6 del musicista illuminato.
Una siffatta presa di coscienza illumina dunque il mondo che la musica rappresenta e dunque tutto il mondo che viene coinvolto e illuminato dalla musica, ne assorbe tutte le caratteristiche di forma, equilibrio e, gioco forza, di pace.
La pace qui non è intesa come idea di assenza di guerra o conflitti o forze contrarie e opposte ma come condizione esistenziale naturale, come necessità di manifestazione, come substantia delle cose e del creato. La lotta, la frizione, la guerra, lo sforzo sono necessari casomai al raggiungimento della pace oltre i confini della dualità.
Tutta la cultura della pace, ambito della musica illuminata, che fa da cornice all’espressione umana rimodellata secondo principi musicali e proporzionali, è frutto della rinnovata concezione musicale risvegliata dalla coscienza, e di conseguenza la cultura della pace esula dal pacifismo, cioè dalla ricerca di un’assenza di conflitti. Essa stessa è pace, cioè armonia, quieta risultanza proporzionale di forze originariamente contrarie e opposte ma che trovano nella pacificazione, dovuta alla stessa origine, la propria morte o confluenza.
Riposare in pace dopo la morte fisica, come si dice, il requiem eterna, infatti allude a questo principio di unità, fonte perenne inesauribile di ogni manifestazione, ma dove, in realtà, nulla manca perché è il tutto, la genesi di ogni principio, la realtà in cui ogni processo nasce e muore, cioè si manifesta al tocco del suo suono.
Cosi ogni popolo , nazione, ogni comunità consapevole della stessa origine, insegnata proprio dalla musica e dalla sua origine, si comporta eticamente secondo principi armonici in maniera giusta, nelle proprie azioni, pensieri, orientamenti, ambizioni, attività.
Armonia nella musica come armonia nei popoli. Questa è la cultura della pace che verrà sviluppata da un rinnovato concetto della musica, appunto ispirata, illuminata dalla propria origine, dalla propria scaturigine. Come sappiamo essere la musica un coacervo di molteplici linguaggi ciascuno abbinato alla propria natura, scopo, funzione, grado e diversificazione di cui ne è espressione, così è la conoscenza del mondo che la coscienza illumina: una molteplicità di esseri, mondi, luoghi, sistemi. Ora, più la coscienza è consapevole della sua origine ineffabile, più la luce sarà ampia e illuminerà non solo attraverso il cono di luce che illumina una sola parte, ma un grande fascio di luce che illumina un intero e ancora di più.
La visione non è l’immagine: l’immagine è il risultato della visione, per questo occorre che la visione sia chiara e totale per non guardare solo nel cono di luce che è illuminato da una visione parziale……..

Estratto del volume :
Il musicista ispirato e illuminato, Andrea Ceccomori, 2020

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Una risposta

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